Spesso crediamo che la strada per la felicità sia sempre in discesa. La verità è che la maggior parte delle volte per essere felici ed apprezzare ciò che si ha, ci si deve perdere e poi ritrovarsi. Questo è ciò che è successo ad Alessio Cabras, giovane artigiano sardo.

Alessio realizza tante cose meravigliose!

I miei lavori sono dettati dall’estro del momento, realizzati in pezzi unici: gioielli in legno, sculture funzionali, complementi d’arredo, quadri in basso e altorilievo polimaterici.

Classe ‘82, Alessio nasce a Lanusei e fin da bambino si dimostra creativo e passa interi pomeriggi a creare giochi a mano. Crescendo, la sua attitudine alla manualità e alla creatività lo porta a seguire un percorso di studi artistico: consegue prima la qualifica di Maestro d’arte, poi il diploma di maturità d’arte applicata.

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Il desiderio di indipendenza economica porta Alessio a interrompere gli studi e a trasferirsi a Reggio Emilia. Qui inizia a fare la gavetta come aiutante in una azienda di prefabbricati metallici, abbandonando, ma non definitivamente gli studi fatti.

A livello lavorativo posso dire di aver fatto esperienza iniziando appunto da aiutante, passando senza presunzione personale ma secondo giudizio dei colleghi e dei responsabili, da operaio modello a capo squadra e infine a titolare di una mia azienda che purtroppo è rimasta in attività solo pochi anni a causa della crisi economica.

Alessio si dedica ora a carpenteria metallica e saldatura.

È un settore che non ho mai disdegnato, che anzi apprezzavo per il fatto che si andava a creare dalla materia grezza un manufatto. Non totalmente artigianale ma sempre e comunque di grande soddisfazione. Gli studi fatti, anche se non direttamente attinenti, mi sono stati utili per la lettura del disegno tecnico e progettuale di ciò che si andava a creare.

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Nel 2011 Alessio sente il bisogno di tornare in Sardegna, cosciente della criticità in cui versa il panorama lavorativo sardo.

Sapevo che la realtà lavorativa avrebbe offerto poche opportunità ma una migliore qualità e genuinità di vita.

I primi tempi lavora come barista ma dopo qualche mese trova un impiego in una ditta metalmeccanica locale, che lo impegna per ben 2 anni. Poi la disoccupazione.

Durante questo periodo, parlo di fine 2013, precisamente ottobre, all’età di 31 anni, dopo alcuni controlli sanitari, mi è stato diagnosticato un carcinoma di origine ignota ed una secondaria localizzazione al collo. Un vero e proprio macigno su quella che, fino ad allora, era stata una vita normale. Da lì è iniziato per me e per le persone che mi stanno vicine un percorso fatto di domande, incertezze, paure… ma col tempo e la ricerca di risposte, trovate, consapevolmente e inconsapevolmente, dentro di me e oltre.

Pavelo: dalla malattia alla rinascita

Alessio, con l’aiuto di sua sorella, si rivolge quindi all’Istituto Nazionale Tumori e parte a Milano, dove purtroppo la diagnosi è confermata.

I medici erano stati chiari sin dall’inizio, bisognava intervenire subito con il protocollo di cure pesanti, senza intervento chirurgico, il quale è molto raro e difficoltoso a livello rinofaringeo e invalidante a livello del collo. A gennaio 2014 ho iniziato il mio percorso di cure lungo sei mesi, fatto di 6 cicli di chemioterapia e 35 sedute di radioterapia. Ed è qui che, durante la convalescenza, passando da Alessio Cabras e ‘l’arte di vivere il tempo‘, è nato ‘Pavelo‘ di Alessio Cabras.

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Alessio durante la chemio riprende a creare e in questo modo reagisce a ciò che gli sta accadendo. Tra il secondo e il terzo ciclo di chemio ricomincia ad intagliare il legno.

Questo mi ha aiutato con la sensibilità alle mani, perché i farmaci chemioterapici tra i vari effetti collaterali, colpiscono i nervi sensitivi, quindi per me è stato importante soprattutto a livello psicologico.

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Con l’avvio del terzo ciclo di chemio e in concomitanza con la radio Alessio è però obbligato ad interrompere la sua attività perché le forze sono ormai poche. Trascorre i successivi due mesi a Milano per concludere le terapie e torna a casa devastato.

I medici alla dimissione mi aveva detto ‘ci vorrà tempo per recuperare ma vedrà che riuscirà‘. E da questa frase aveva preso concretezza Alessio Cabras e l’arte di vivere il tempo.

Il sostegno dei familiari è fondamentale per Alessio, specialmente quello di sua sorella Jessica e di suo padre. Ma a dargli la forza è stato più di tutto l’amore per i suoi due figli Nicole e Gabriel.
Nel settembre 2014 Pavelo riprende in mano scalpelli, sgorbie, mazzuolo, ma soprattutto lo scalpello elettrico. Si tratta di un regalo di sua sorella e suo cognato per aiutarlo nel recupero, visto che la sua sensibilità nelle mani era praticamente assente.

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Da settembre 2014 a fine giugno 2015 Pavelo realizza diversi lavori che lo condurranno alla sua prima esposizione in occasione della fiera della ciliegia di Lanusei al museo civico Ferrai. L’esposizione va molto bene, al di sopra di ogni aspettativa.

A gennaio 2015 ho iniziato una collaborazione più stretta con una vecchia conoscenza. Una preziosa amica ai tempi delle scuole superiori e che reputo tutt’ora una persona preparatissima, schietta e sincera, come ce ne sono poche al giorno d’oggi.

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Dal gennaio ad aprile 2015, col suo supporto, Alessio comincia una fase di studio, prove, esperimenti, che lo portano alla creazione di una nuova linea di prodotti che riscuotono un buon successo.

Un’altra cosa che vorrei tenere a mente è che le cose finiscono perché altre migliori ne accadano. I cicli si concludono sempre per lasciare spazio a nuovi inizi. Abbracciando il cambiamento ci si sente subito molto meglio.
Oggi è difficile non volere tutto e subito, non soddisfare ogni desiderio nell’attimo stesso in cui emerge in noi. Tendiamo a voler controllare ogni cosa secondo i nostri quando e i nostri perché. Invece dovremmo imparare che l’attesa rinforza le emozioni, i sentimenti veri e dissolve quelli superflui.