Il Summer is Mine nasce dal desiderio di sette ragazzi di migliorare la propria città, creare qualcosa di bello per essa e unire le persone grazie al potere della musica. Da questa loro idea hanno ottenuto una reazione a catena di enorme portata, che ha reso il festival un faro che illumina Carbonia.

Summer is Mine è una festival musicale che quest’anno è arrivato alla sua quarta edizione: Andrea Murgia, uno dei suoi creatori, ci svela che la sua nascita si deve all’idea di migliorare la città che ha dato i natali a quasi tutti i facenti parte della Lee Van Cleef, l’associazione alla guida del festival:

Il Summer is Mine  nasce ufficialmente nel 2013, ma l’idea di organizzare un festival tutto nostro ci girava in testa da ben prima, almeno dal 2010. Siamo un gruppo di persone che collabora con il festival Ai Confini Tra Sardegna e Jazz dal 2006: è stato quasi naturale per noi associarci e cercare di fare qualcosa per Carbonia, il posto in cui quasi tutti (tranne Andrea Galante, di Iglesias) siamo nati e in parte cresciuti. Il gruppo è formato da sette persone ed è abbastanza variegato: c’è chi lavora nella scuola, chi si occupa di ricerca, chi di commercio, chi lavora con le cooperative e chi riesce a sbarcare il lunario con la musica: facciamo un po’ di tutto per vivere, insomma.

 

summer daniele Fadda

Quando hanno deciso di dar vita al Summer, i creatori non si aspettavano questo successo: aver creato  un festival di spicco gli ha dato fiducia, ma soprattutto voglia di fare di più e meglio.

Il successo? Non ce l’aspettavamo, però lo speravamo. Siamo consapevoli di essere un festival in grande crescita, ma abbiamo ancora tanto da imparare per fare il salto di qualità. Così a bruciapelo ti direi che dobbiamo ancora approfondire la parte amministrativa e migliorare la ricerca di sponsor. It’s a long way to the top (if you wanna rock’n’roll).

It’s a long way to the top (if you wanna rock’n’roll)

Andrea ci dice che il festival, dalla sua prima edizione a oggi, si è mantenuto privo di contaminazioni, seguendo sempre l’idea iniziale. Ovviamente ci sono stati dei cambiamenti, anche perché il festival è cresciuto in maniera esponenziale:

Rispetto alla prima edizione, organizzata in sole due settimane, è cambiato tutto e niente: sono cresciuti i numeri, è cresciuta la nostra presenza sul web e sulla carta stampata, siamo riconosciuti dalle istituzioni e siamo diventati degli interlocutori affidabili per sponsor e amministratori. Se pensiamo che nella prima edizione non avevamo nemmeno un palco, ci viene quasi da ridere.

La mente è già rivolta alle prossime edizioni:

Per il futuro ci auguriamo di crescere sempre più e di avere nomi sempre più importanti nella nostra line-up, magari anche uno o due nomi internazionali.

L’edizione di quest’anno è stata un grande successo: tanti artisti si sono susseguiti sul palco. Andrea ci svela che alcuni momenti sono stati particolarmente importanti a livello emotivo, altri lo sono stati perché hanno permesso all’associazione Lee Van Cleef di mettersi in gioco e vincere anche quando non tutte le carte sembravano favorevoli:

L’edizione di quest’anno è stata un po’ la cartina tornasole per la nostra associazione, più che una scommessa è stato un vero e proprio azzardo: partivamo con una situazione economica non proprio ideale e abbiamo dovuto fare dei tagli in corso d’opera per rimanere bassi senza però rinunciare alla qualità. Ci ha emozionato la risposta della gente che è venuta a trovarci e che ci ha fatto sentire affetto e stima: sono queste le cose che ci fanno andare avanti e guardare con fiducia al futuro.

Personalmente i momenti più emozionanti del festival sono stati il concerto di Sequoyah Tiger e quello dei Plasma Expander: il primo perché era un po’ la scommessa del festival, in pochi la conoscevano, è stata incredibile; i secondi perché facevano un concerto ad hoc pensato dalla Lee Van Cleef, infatti hanno suonato dopo dieci anni l’album verde del 2006. Sono piccole cose che ci rendono orgogliosissimi.

summer ottone

Andrea ci ha raccontato anche di una particolare lista:

Abbiamo un listone dei desideri, una sorta di dream line-up che aggiorniamo di anno in anno. Non saprei proprio da dove si potrebbe iniziare, forse Motorpsycho, Deerhoof e Broken Social Scene… ma ripeto: la lista è enorme!

L’associazione ha ovviamente bisogno di finanziamenti per riuscire a mettere su un festival di così grosso impatto:

Ci finanziamo con l’aiuto di sponsor privati, come la Cooperativa Euralcoop che dal 2014 ci finanzia concretamente e che ci permette di realizzare una buona parte della manifestazione. Molte risorse in questi anni le abbiamo messe di tasca. Abbiamo inoltre il patrocinio del Comune e della Pro Loco, che ci danno soprattutto supporto logistico, e della Cooperativa Mediterranea che ci permette di organizzare il Summer Is Mine in quella meraviglia che è il Parco di Villa Sulcis.

La terza giornata del Summer vede una collaborazione molto significativa: quella tra le nuove e le vecchie leve. Linconsapevolezza un po’ folle dei ragazzi, si mischia alla consapevolezza pur sempre pazza dei più grandi. Il festival si sposta quindi da Villa Sulcis allo Skate Park:

La collaborazione con quelle macchine da guerra che sono i ragazzi del Fireone Skate Park nasce lo scorso anno, quando hanno realizzato tutte le riprese video della manifestazione. La festa a casa loro era un atto dovuto e poi un segnale forte da mandare a tutta la città: uniti si lavora bene. Loro sono incredibili: hanno idee, hanno capacità e hanno dalla loro la forza e l’incoscienza della gioventù. Sono i punk 2.0 della nostra città e a noi, punk della prima ora, questa cosa ci piace da morire

summer girl

Non potevano mancare gli aneddoti: Andrea ci racconta il più appassionante, che ha fatto nascere lo slogan del festival.

Ce ne sono tantissimi, molti dei quali però non si possono raccontare! Ci piace però ricordarne uno in particolare, quando un nostro carissimo amico dopo la prima edizione ci disse: ragazzi questo è l’inizio di un inizio! Da quel momento è diventato un po’ il motto del Summer Is Mine.

Mattone dopo mattone, sette ragazzi hanno costruito un enorme palazzo, hanno dimostrato che il vecchio “l’unione fa la forza” è sempre valido. Aspettiamo con ansia la nuova edizione di questo fantastico festival e auguriamo agli organizzatori che il palazzo diventi in breve tempo un grattacielo colmo di musica.

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Si ringrazia Daniele Fadda per le foto.