Handmade e perline, handmade e pietre dure, handmade e computer: no, non è il gioco “Trova l’intruso”, né la tana del Bianconiglio nerd, è Circuitsland, la “terra” di Alice Sardu e Giacomo Zurru, un progetto che combina due elementi apparentemente inconciliabili in un’originale sintesi creativa. A parlare è Alice, che ci racconta la storia del brand.

Ho cominciato ad appassionarmi di handmade durante il servizio civile, quando facevo dei laboratori con le persone disabili. Nel 2010 io e un’amica, Sabrina Tomasi, abbiamo cominciato a creare gioiellini con perline e pietre dure e a partecipare ai mercatini. Abbiamo chiamato il brand Beadsland. Tuttora, quando Sabrina rientra da Macerata, dove fa la ricercatrice, non disdegniamo di allestire un banchetto.

Le perline piacciono, ma i ragazzi cercano qualcosa di diverso: in particolare è Giacomo, appassionato di informatica e di pc, a immaginare un’altra vita per le parti di vecchi pc.

Nel 2010 i gioielli handmade non erano così comuni, così Giacomo ha proposto di utilizzare componenti di computer, elettrodomestici e altri dispositivi elettronici: schede video, schede madri, lettori floppy, hard disk, ma anche decoder e tubi catodici. Così nasce Circuitsland. Inizialmente Circuitsland era una collezione dell’altro brand, ma non funzionava, creava confusione, il pubblico era diverso, così è diventato un brand a sé stante.

Un’idea così brillante non nasce dal nulla, ma trova un certo humus nelle passioni dei due ragazzi: Alice ama smontare gli oggetti per capirne il funzionamento, Giacomo è interessato a tutto ciò che gira intorno al mondo dell’informatica.

Io sono fissata con lo smontare le cose sin da bambina: mio padre si dedicava a fare modellini e ad aggiustare tutto quello che gli capitava fra le mani. Io stavo sempre con lui. Giacomo, dopo il diploma da perito elettrotecnico, ha passato molti anni a cercare lavoro nel mondo dell’informatica: mentre studiava programmazione da autodidatta, riparava i pc e faceva siti internet. Ora lavora come programmatore. All’inizio è stato lui a spiegarmi nel dettaglio come funziona un pc e a cosa servono le varie componenti.

Circuitsland-creazioni

Partorita l’idea, per Alice e Giacomo arriva il momento di darle forma nella realtà. Cominciamo i primi esperimenti, i primi assemblaggi e, con essi, arrivano puntuali le prime difficoltà tecniche.

Abbiamo “tagliato” le prime schede con uno specie di trapano, ma facevamo troppe polveri e non avevamo macchinari per assorbirle: il punto è che queste componenti sono potenzialmente pericolose, quindi ho lasciato perdere il trapano e le forme circolari. Ora, per ritagliare le parti che mi piacciono, uso una tagliaferro.
Anche capire come lavorare la resina e i suoi tempi di asciugatura è stato un problema.

Dopo diversi tentativi, i due trovano un modus operandi soddisfacente. Con l’esperienza, Alice e Giacomo capiscono che da quegli oggetti destinati alla discarica possono tirar fuori cose bellissime.

La prima fase è quella dello smontaggio, poi dissaldo chip, condensatori e dissipatori, pulisco la scheda e la ritaglio. Nella fase successiva inserisco la scheda nelle basi e la vetrifico con la resina, in modo che nessuna parte entri in contatto con la pelle.
Facciamo gioielli, orecchini, collane, anelli, bracciali, orologi da parete e da tavolo. Con la cornice dei tubi catodici facciamo cucce per gatti e cagnolini.

L’organizzazione del lavoro, precisa e funzionale, si fonda sui punti di forza dei due ragazzi: una (im)perfetta suddivisione dei compiti, in cui l’aspetto più importante resta l’aiutarsi l’uno con l’altra.

Io mi occupo del ritaglio delle componenti e dell’assemblaggio. Giacomo si occupa della grafica, dei biglietti da visita, dei banchetti e delle luci nelle esposizioni. Mi aiuta anche nel ritaglio, ma da quando ha trovato un lavoro fisso ha meno tempo a disposizione.

Una nuova vita

Gli amici danno una mano ad Alice e Giacomo, che raccolgono pc e altri dispositivi elettronici inutilizzati nel loro laboratorio per dargli una nuova vita. C’è poi un momento, un momento di scoperta, che ricorda un po’ le emozioni di quando, da bambini, si scartavano i regali di Natale.

Gli amici e i conoscenti mi portano qualsiasi cosa. Quando apriamo un computer, non sappiamo di che colore saranno le schede, ed è sempre una sorpresa scoprirlo, soprattutto quando troviamo il rosso, nero e il viola: sono colori rarissimi, di solito è sempre tutto verde.

Oltre al valore estetico, le creazioni di Circuitsland contribuiscono a ridurre il cattivo smaltimento di quelli che sono, a tutti gli effetti, rifiuti pericolosi perché molto inquinanti.

Le parti che non uso le porto all’isola ecologica, ci tengo molto. I pc fanno parte dei rifiuti R.A.E.E., spesso oggetto di un traffico illegale che va a inquinare terribilmente alcuni paesi africani (soprattutto il Ghana). È bello riuscire a riciclare anche una minuscola parte di questi rifiuti.

Circuitsland-esposizione

Com’è ovvio, il target di Circuitsland è diverso da quello di Beadsland: non sono solo le ragazze ad avvicinarsi al banchetto, ma anche esseri umani di genere maschile, di solito allergici a questo tipo di creazioni. Per Alice è una bella soddisfazione.

Le nostre creazioni sono il classico regalo per chi si laurea e studia nelle facoltà di informatica o ingegneria elettronica.
Vedere avvicinarsi ai banchetti di Circuitsland ragazzi, uomini e giovani coppie mi dà felicità. Lavoro bene anche durante eventi e manifestazioni legati a temi come il riciclo e l’ecosostenbilità.
Non mancano nemmeno i turisti, sia italiani che stranieri.

In Sardegna, fare handmading può essere complicato. Eppure, secondo Alice, le condizioni non sono così terribili: al contrario, dopo un periodo di chiusura e diffidenza, sembra che fra i creativi sardi sia nato il desiderio di collaborare.

Io trovo che la situazione in Sardegna sia migliorata, ci sono tante associazioni che offrono ai creativi la possibilità di esporre, anche le persono sono più sensibili. Comincio a vedere una vera rete fra i creativi, c’è meno ostilità. All’inizio faticavo a fare amicizia con gli altri espositori, ora le cose cominciano a cambiare.

Oltre alle già citate difficoltà tecniche, ci sono le difficoltà relative alla vendita: in un universo ultracompetitivo, Alice sta cercando di ritagliare un po’ di spazio per la sua terra di circuiti e schede madre da indossare, anche se questo significa doversi impegnare per capire come funzionano certi meccanismi.

Faccio un po’ di fatica a vendere online, le mie foto non sono un granché: non a caso sto seguendo diversi corsi online per capire come presentare decentemente le mie cose sul web. Ho aperto un negozio su Etsy e DaWanda, sono in fase di allestimento, sto seguendo un corso di Etsy per imparare come vendere sulla piattaforma.
Ci sono poi difficoltà burocratiche, che però si possono superare se ci si informa per bene.

E il futuro? Ancora più creazioni e un’altra linea, per ora top secret.

Vorremmo aumentare la produzione e lanciare una nuova linea: ci sto ancora pensando!

Circuitsland è una terra che trae la sua linfa vitale dalle passioni di Alice e Giacomo. Se state pensando a un oggetto da regalare a una persona originale, magari un po’ nerd, amante delle cose bizzarre ma ben fatte, dovete assolutamente farvi un giro dalle parti di Circuitsland: troverete senz’altro qualcosa che vi stupirà.