L’idea nasce un po’ per caso, in un pomeriggio a Ibiza. Ero con un amico che si approcciava alla ceramica. Avevo con me una scatolina piena di ricordi raccolti nel precedente viaggio a Malaga, nella costa del Sol, dove ero impegnata in un progetto per la costruzione di case di paglia. Là dentro c’erano sassolini, foglie, petali, semi e un pezzettino di fico d’India.

Le grandi idee e ispirazioni non possono restare chiuse in una scatola. Grazie a Sara Montisci, i ricordi del viaggio di Malaga, uniti al carattere frizzante e vitale della creativa, si trasformano in arte e nasce così La Ragazza del fico d’India.

Dietro La Ragazza del fico d’India c’è Sara Montisci, anno 1988, cresciuta a Sardara, un piccolo paesino del medio campidano. C’è una ragazza che ama viaggiare e che, all’età di 20 anni, ha vissuto in Spagna per 5 anni. È proprio durante uno dei miei viaggi che ho iniziato ad avvicinarmi all’artigianato, all’idea di poter creare qualcosa con le mie mani.

Tutto è iniziato nella giovane Ibiza, dove Sara ha partecipato ai suoi primi mercatini. L’inizio di un’avventura che, da subito, si è rivelata essere l’unico lavoro in cui si potesse riconoscere; un’espressione del suo carattere che l’ha portata oggi a essere, ufficialmente, un’artigiana.

Per me fu subito IL lavoro. Lo so che è da pazzi ma io la presi così, mi dedicai al 100 % e, nel frattempo, mi iscrissi a una scuola per diventare modellista sartoriale. Avevo pochi soldi, il frigo vuoto, ma cucivo e facevo gioielli. Ero felice! Diciamo che gli inizi non sono stati per nulla facili, ma grazie alle mie esperienze sapevo di poter vivere con pochi soldi, investendo il mio tempo in quello che sapevo avrebbe funzionato, avendo sempre l’appoggio dei miei cari.

Sara ci ha creduto, arricchita da innumerevoli esperienze vissute sin da giovanissima, grazie anche all‘ottimismo e alla solarità che la contraddistinguono e dimostrano quanto ami ciò che fa.

Il procedimento creativo è qualcosa di molto importante, è bellissimo perché non abbiamo regole; mi piace creare qualcosa che mi racconti e che esprima il mio gusto. Io sono quel tipo di artigiana che pensa a chi indosserà i miei prodotti, mi piace che siano versatili e alla portata di tutti; di fatto le creazioni sono molto minimal e semplici nella forma, soprattutto la mia ultima collezione, che penso mi rispecchi molto.

Gioielli unici, un portafortuna da tenere sempre con sé, unione di colori vivaci e minimalismo del fico d’india; come portare sempre con sé un pezzo di mondo. Sara, attraverso i suoi gioielli, vuole condividere i suoi pensieri e le sue sensazioni, la sua capacità di vedere il mondo in base all’ispirazione del momento.

Io penso che le persone, comprando un gioiello e supportandomi, si accorgano di prendere con sé anche una parte di me. Spesso, non so perché, mi chiedono: ma portano fortuna? E io rido, ma sono sicura che siano carichi di good vibes!

Vivere la Sardegna

Per quanto il mondo la chiami chiedendole di innamorarsi di posti nuovi, la sua costante e la sua casa rimane la Sardegna.

Per me passare quel lasso di tempo fuori è stato molto importante, non sarei quella che sono altrimenti, ma poi son tornata, stabilmente, proprio per il mal di Sardegna. L’idea di tornare a Cagliari, il sole, la città, il mare, le persone, mi piaceva di più.

La sua terra natia non la abbandona mai, nonostante il richiamo continuo dei posti nuovi e il suo desiderio di allontanarsi, per poi tornare inevitabilmente in una terra in cui, se ti impegni e ci credi davvero, puoi trovare la tua posizione.

Ora sì, sono stabile, ma cerco di muovermi il più possibile. Purtroppo mi annoio facilmente, la Sardegna è una terra bellissima ma per starci bene dobbiamo crearci degli stimoli. A me piace vivere qui e ci sono molti margini per stare bene. É vero, ho un lavoro, ma me lo sono inventata io, forse proprio per questo riesco a vivere bene in Sardegna.

Non è un territorio semplice, spesso la lontananza fa perdere speranze e fa abbandonare il desiderio di realizzare quel sogno, di esprimere l’arte che amiamo sino in fondo, ma per Sara non è così.

Sicuramente non è semplice, penso sia fondamentale credere in se stessi e in quello che si fa e aggirare i problemi che si presentano. Penso che ognuno possa raggiungere ciò che vuole, a prescindere dalle difficoltà che si presentano, ma forse non vale, sono troppo ottimista!

Sara, con la sua personalità frizzante e le sue creazioni uniche, non si ferma mai. Ormai il contatto col cliente fa parte del suo essere, condivide con loro creazioni sempre diverse e pensa già a mille modi in cui stupire nel futuro.

A me piace lavorare, fare, creare gioielli, con tutto. Chissà cosa creerò in futuro, non escludo davvero nulla! Ho duemila idee al giorno. Sono davvero soddisfatta di ciò che faccio: amo passeggiare per la strada e vedere i miei pezzi indossati da qualche ragazza, fare la fila alla posta e vedere una signora con i miei orecchini, incontrare turisti nel Corso Vittorio Emanuele che mi hanno già conosciuta durante altri eventi in Italia o hanno acquistato online. Mi riconosco in questa strada che sto percorrendo, sto imparando tante cose e sfido continuamente me stessa, forse è proprio uno stile di vita per me. Mi piace il contatto con le persone, mi piace che mi vedano e chiacchierare con loro, per questo adoro stare in strada, mi sono resa conto che è una componente molto importante per me.

Per poterla conoscere ed apprezzare dal vivo il prodotto finale della creazione da lei tanto amata non dovete aspettare troppo: la troverete al Creative Corner Market, il 21 e 22 ottobre, presso l’ex Manifattura tabacchi, ed il  25 e 26 novembre a Scirarindi , presso la Fiera. Le sue creazioni si trovano anche presso il concept store Recyclerie, sempre a Cagliari. Inoltre ha un laboratorio a Sardara e una pagina online dove poter comprare ciò che più vi piace.

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E voi, cosa metterete nella prossima scatola dei ricordi?

 

Foto di Sara Montisci