C’è chi sogna di dominare il mondo e chi dedica tutta la vita alla realizzazione di un oggetto: le persone amano i sogni e per realizzarli sono pronte a grandi sacrifici. Non c’entra la classe, né lo status, e neppure l’età, non importa se si tratta di un sogno realizzabile o impossibile: nessuno può fare a meno dei sogni, essi sono la chiave del mondo.

Carlo Addaris appartiene alla “squadra” dei sognatori: lui stesso ama descriversi così, un uomo che per amore della musica non smetterà mai di cercare di realizzarli.

Sono un inguaribile sognatore, per usare una frase fatta, che non riesce a fare a meno della musica, ma che allo stesso tempo ha imparato a non esserne dipendente.

Carlo Addaris  è un musicista sognatore, ma è anche tanto altro: ci piacerebbe potervelo descrivere con un semplice aggettivo, ma non funzionerebbe. Per questo abbiamo lasciato a lui la parola.

Sono una persona comune, con qualche pregio e molti difetti. Gli aggettivi per descrivermi potrebbero essere tantissimi e spesso in contrapposizione tra loro: cinico, romantico, pignolo, incasinato, silenzioso, rumorista, pigro ma sempre indaffarato, rompiballe, timido e molto altro.

Carlo inizia a suonare fin da giovanissimo, senza grandi aspirazioni, forse per curiosità.

Ho iniziato a suonare all’età di 14 anni, ma non saprei dire perché, credo all’epoca più per sfida e  per spirito di emulazione.

 

 

Carlo non sa cosa l’abbia spinto verso la musica, però da quel lontano giorno non ha più potuto fare a meno di suonare e di dedicarsi a essa con passione e grinta. La musica fa parte della nostra vita quotidiana, si trova attorno a noi e se siamo capaci di prestarci attenzione e coglierne le sfumature sarà molto facile rimanerne influenzati.

Le fonti d’ispirazione sono diverse e numerose. Sono stato e sono tuttora un buon “divoratore” di musica, quindi molte delle cose che scrivo e produco traggono spunto dai miei ascolti. Le idee poi possono nascere nella maniera più differente, dalla visione di un film o dalla lettura di un libro.

Le emozioni che proviamo mentre esploriamo la nostra vita possono far germogliare dell’ottima musica.

Posso venir ispirato anche da un caffè con un vecchio amico o dalle chiacchiere con uno sconosciuto in fila alla cassa. Da un pomeriggio ozioso sul divano o dall’ebrezza di una serata con amici.

Dico sempre che un’idea è una buona idea quando nasce come la spontaneità di un sorriso o lo scoppiare di un pianto.

La musica, un po’ come respirare o mangiare o bere

Carlo produce musica da vent’anni e lo fa per se stesso perché, ancora oggi, niente lo emoziona come comporre una melodia. La musica è parte integrante della sua vita e ama condividerla con chi desidera ascoltarlo.

Beh, suono intanto per me stesso. Come detto ho imparato a non dipendere dalla musica, ma nello stesso tempo ho sempre un motivetto in testa, e di conseguenza non riesco a farne a meno. La musica fa parte della mia vita. E’ un po’ come respirare o mangiare o bere.

Per Carlo suonare è un’urgenza creativa: riuscire a trasformare le sue emozioni in musica è un esperienza che lo completa e lo emoziona, ma anche condividere queste sensazioni con chi ha voglia di ascoltarlo rappresentano una tappa fondamentale del suo percorso creativo.

Suono per gli altri, o almeno per chi mi vuole ascoltare,  perché ritengo che raccontare se stessi,  raccontare i sogni, la rabbia, le speranze e le delusioni, le proprie storie o quelle degli altri, e condividerle attraverso la propria musica, significa cercare dei complici, cercare qualcuno che si riconosca in quelle storie, che attraverso quei sogni possa continuare a sognare e attraverso quei suoni possa continuare ad incazzarsi, innamorarsi, perdersi e ritrovarsi.

Il suo ultimo lavoro si chiama Metamorfosi, un lavoro con una lunga gestazione, scritto durante un periodo particolare della sua vita. Un album che vedrà la luce dopo diversi cambiamenti, un disco particolare che racconta un evoluzione personale e sonora.

Metamorfosi nasce dopo un periodo di incertezza e di false ripartenze.  Ho scritto le prime bozze del disco più di due anni fa, partendo da vecchie idee che mi son divertito a destrutturare e risuonare. Quando ho capito che stava venendo fuori qualcosa di interessante ho deciso di scrivere tutti i brani quasi di getto, lavorando poi con calma agli arrangiamenti e alla produzione.

Metamorfosi è un lavoro intimo, fatto di emozione e tecnica, un album dove Carlo si lascia trascinare, sperimentando il giusto sound e riuscendo nell’ardua impresa di mixare diversi stili. II disco mischia l’elettronica, il pop e  il cantautorato con momenti di psichedelia: un lavoro unico, un titolo fortemente rappresentativo.

Ho pensato potesse essere il titolo più rappresentativo per questa fase, per le continue trasformazioni che subisce la mia musica e per le canzoni stesse che ne fanno parte, che cambiano spesso toni, atmosfere e tempi, anche se qualcuno potrebbe storcere il naso, fosse anche solo per l’idea stessa di scrivere e produrre un disco, di questi tempi, e sperimentare l’effetto che fa su se stessi

Noi vi suggeriamo di ascoltare questo disco senza pensarci troppo, lasciandovi stupire dal suo sound, ma se non sapete da dove cominciare partite da questo titolo, In giro per la mia stanza, la canzone preferita dallo stesso Carlo, che per realizzarla si è preso il giusto tempo.

In giro per la mia stanza è una canzone che ho amato sin da subito, per la sua ambientazione sonora e per i suoi sottili giochi letterari e perché, a dispetto delle regole non scritte del music business che pretende brani da 2 minuti, la mia dura oltre i 7 minuti.

Come tanti musicisti sardi anche Carlo conosce le difficoltà e le dinamiche che si creano quando si cerca di vivere di musica in Sardegna.

Fare musica è parecchio complicato, ma credo che lo sia un po’ dappertutto. Certo, noi viviamo le difficoltà che ci raccontiamo da sempre: isolati, con pochi spazi e con sempre meno attenzione, a mano che non ci si accontenti di finire nel calderone usa e getta di Spotify e affini. Siamo, e siamo stati, l’ennesima generazione di creativi che, per dirla alla Francis F. Coppola, avremmo il talento per fare tutto, ma non abbiamo le possibilità per fare niente, almeno in parte. Poi ci sono anche le cose belle, che accadono e ci fanno sussultare.

Prossimamente terminerà il suo studio di registrazione e poi continuerà a sognare.

I cassetti sono ancora pieni di sogni, ma preferisco aprirli con cautela.

Carlo è un creativo sognatore dotato di grande saggezza: mentre il mondo continua a girare, noi ci fermiamo un minuto per apprezzare questo favoloso artista e per goderci il nostro attimo circondati da una “cosa bella”. Carlo produrrà un nuovo disco nel 2018 e continuerà a suonare e su e giù per lo stivale. State attenti perché potreste avere la fortuna di incontrarlo.

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