Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare immagini dal mondo: sono questi i pilastri che guidano un buon fotografo. Un fotografo è un avventuriero che ogni giorno esplora il mondo e lo mostra alle altre persone attraverso i propri occhi.

Oggi abbiamo incontrato uno di questi “esploratori del mondo”: Cristian Strina, un giovane ragazzo nato a Iglesias che, attraverso il suo obiettivo, ci trasporta in universi paralleli fatti di storie, luci, colori e persone.

La storia di Cristian è simile a quella di molti di noi: studia all’università e prova a trovare un lavoro che rispecchi il suo percorso.

Sono laureato in Scienze Politiche e specializzato in Scienze dell’Amministrazione e sono un ex impiegato amministrativo in enti pubblici e aziende private, ma ho sempre avuto dentro di me una fortissima passione per la fotografia.

 

Si dice che quando si vivono momenti difficili siano le nostre passioni più forti a salvarci. Cristian scopre di non poter fare a meno della fotografia nel 2009, un anno che lo segnerà profondamente e cambierà per sempre le sue priorità.

Come dicono quasi tutti, ho sempre avuto la passione per la fotografia, ma l’amore scattò nel momento più difficile delle mia vita, ovvero quando mio padre perse il lavoro e iniziò una lunga vertenza sindacale. Io ero parte attiva della protesta, tanto da venir scambiato per uno di loro. Tra presidi e occupazioni ebbi modo di conoscere tanti fotografi.

Un periodo difficile, ma probabilmente fondamentale per la crescita e la formazione di Cristian, che riesce a racchiudere i suoi sentimenti all’interno dei suoi scatti.

Ricordo che rimasi affascinato da come questi fotografi  riuscissero a trasmettere la rabbia, la delusione, la frustrazione e alcune volte la gioia attraverso i loro scatti. Cominciai quindi a scattare anche io, con tutto ciò che avevo a disposizione, finché mi regalarono la mia prima reflex, una entry-level della Nikon che imparai ad usare al meglio accoppiandola con l’inseparabile 50mm.

Il sogno diventa realtà e prende forma: Cristian attraverso la fotografia riscopre se stesso e la sua terra, e comincia a “scrivere” il suo racconto personale, fatto di immagini e emozioni.

Mi sono sempre reputato un “fotografo da strada”, adoro fotografare gli eventi, di qualsiasi genere. Riesco a dare il meglio di me quando mi trovo a fotografare eventi che accadono da sé, senza che io possa controllarli, ho bisogno di essere travolto dall’azione: in questo contesto riesco a cogliere gli attimi che più amo.

Il grande amore di Cristian è la fotografia, ma subito dopo viene la sua terra, la Sardegna.

Iglesias è la mia città, una continua fonte di ispirazione: personalmente l’ adoro e con la mia reflex non perdo mai nessun evento, e così che il mio nome ha cominciato a circolare.

 

Per realizzare i propri sogni bisogna sfidare le convenzioni e essere pronti a combattere ogni giorno. Cristian ha creduto nei propri desideri e nelle sue potenzialità e giorno dopo giorno è riuscito a ottenere tante piccole vittorie, tutte importanti e indimenticabili.

Ci sono tante belle esperienze legate alla fotografia, come aver vinto il secondo Festival della Fotografia gareggiando con la mia piccola d3100, o aver avuto la possibilità di rappresentare con i miei scatti la mia città nella campagna pubblicitaria all’aeroporto di Elmas.

“Quando una strada non funziona bisogna prendere coraggio e fare inversione”

La vita di Cristian è legata a doppio filo alla fotografia: i ricordi più belli si fondono con i periodi più bui, ma non potrebbe essere altrimenti perché la difficoltà forgiano il carattere e ci rendono più forti. Ogni volta che cadiamo dobbiamo trovare la forza di risollevarci e quella forza Cristian è riuscito a trovarla al termine della lotta portata avanti da suo padre per il diritto al posto di lavoro.

L’emozione più forte credo di averla avuta il giorno in cui arrivò la notizia della fine della vertenza, presi il mio casco, scrissi la data della fine e andai nella galleria in cui  trascorsi due natali, e feci la foto che poi venne pubblicata su qualche articolo on-line.

Lavorare in Sardegna, quando si tratta di arte, è molto difficile: la nostra isola è una terra complessa, ma piena di paesaggi mozzafiato.

È tanto difficile svolgere questo mestiere in Sardegna, e nel Sulcis in particolare, per gli ovvi motivi che tutti sappiamo, la disoccupazione, il poco reddito a disposizione, eppure è proprio la nostra zona a darci tanti spunti per emergere, abbiamo posti bellissimi da immortalare e che possiamo usare per farci conoscere. Posti bellissimi che si prestano da sfondo anche ai matrimoni che ormai faccio da qualche anno, sempre in stile quasi da reportage.

 

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Sapere cosa si vuole diventare “da grandi” è molto difficile: avere la forza e la volontà di realizzare i propri sogni è una sfida che tutti conosciamo bene, perdere la bussola, dimenticare le motivazioni che ci spingono ogni giorno a fare del nostro meglio sono i rischi che si corrono durante il cammino. Cristian non si è lasciato abbattere da niente e nessuno e oggi è un esempio per tanti ragazzi che non riescono più a credere nei loro sogni.

Non è stato facile trasformare la mia passione in lavoro. L’attrezzatura è molto costosa, e dopo la prima reflex, ho dovuto faticare tantissimo per comprare ogni componente del mio corredo. È stata anche una decisione difficile, un grosso cambio di rotta rispetto a ciò che avevo immaginato iscrivendomi all’università anni fa, ma quando una strada non funziona bisogna prendere coraggio e fare inversione.

Grazie a Cristian abbiamo capito che spesso i momenti bui sono importanti per permetterci di rinascere più forti, come una fenice che ogni volta rinasce dalle proprie ceneri. Il coraggio e la forza di volontà non devono mai abbandonarci e anche nei momenti dove tutto sembra perduto, ricordatevi che le occasioni si trovano nei luoghi e nei momenti più impensabili.