La passione per la distruzione è anche una passione creativa, o almeno questo era il pensiero di Michail Aleksandrovic Bakunin, un pensatore rivoluzionario. Probabilmente era lo stesso pensiero che attraversava la mente del giovane Dainocova, mentre osserva un’esibizione dei Nirvana e dei Sonic Youth.

All’epoca Nicola Porceddu era un giovane studente delle scuole superiori, le videocassette esistevano ancora e la musica scuoteva gli animi, le menti e le persone. Musica e rivoluzione hanno portato Nicola a diventare Dainocova.

In prima superiore vidi una videocassetta live dove Sonic Youth e Nirvana strattonavano e spaccavano gli strumenti e pensai: “Cristo lo voglio fare anche io!”. Per ovvie ragioni non c’erano motivi per spaccare un bel niente, non avevo strumenti e prima di spaccare qualcosa avrei dovuto comunque imparare a suonare un minimo e creare qualcosa.

Nicola Porceddu oggi è un cantautore polistrumentista sardo il cui strano nome d’arte ha una genesi bizzarra.

Dainocova perché è un nomignolo che usavo spesso, mi piaceva il suono, ma mi piaceva anche che fosse un termine inventato. Ogni intervista che mi hanno fatto è sempre iniziata con la stessa domanda, “Cosa significa e come nasce Dainocova?”.
Non mi disturba e mi piace che dia lo spunto per curiosità e libera interpretazione e insomma, fa sempre sorridere.

La forza distruttrice di Dainacov,a si trasforma in breve tempo in creatività e passione. Nicola comincia un percorso artistico che procede ancora oggi: quando arriva la prima chitarra per lui cominciano gli anni della formazione.

Chiesi una chitarra e, dato che non riuscivo a studiare la teoria, una volta imparati alcuni accordi iniziai a scrivere canzoni, ovviamente sempre mirando a spaccare tutto e morire immacolato; più tardi, iniziai a procurarmi fanzine DIY punk e metal. In Italia ci fu poi l’avvento dei Consorzio Produttori Indipendenti e capii che non c’era niente da rompere, ma bisognava rimboccarsi le maniche.

Nicola è sempre stato dotato di una grande creatività: prima di fare musica, scopre la fantasia e la utilizza per colorare il suo mondo.

Fin da bambino sono stato sempre una persona creativa: durante le vacanze facevo disperare i miei zii svegliandomi alle sei del mattino con la necessità di inventare qualcosa, ottenevo oggetti funzionalmente inutilizzabili ma in qualche maniera curiosi,  parlavo e canticchiavo da solo, mi muovevo in continuazione, ero un performer solitario.

Per portare avanti la sua vena artistica e favorire la sua creatività, “Daino” lavora sui singoli brani.

Spesso parto da un giro di accordi, da un intro o un loop, a volte sto chiuso in studio a farmi ipnotizzare dai suoni, altre volte cammino senza meta e se arriva un’idea la fermo e la riprendo in un secondo momento.

Se la prima fase serve a seminare le idee, la seconda fase è più faticosa e richiede una concentrazione totale.

La seconda fase è quella che trovo più intrigante, in questa fase ho bisogno di dedicarmi esclusivamente al pezzo, quindi aspetto di essere completamente libero da impegni vari. Ci sono brani come Fantastic Cinemà, Perso in Campagna o la stessa Dark Tropicana  che sono nate di getto.

Le etichette non sono molto apprezzate da Daino, che non ama essere definito cantautore, un po’ perché pensa che le definizioni limitino una persona e un po’, almeno crediamo, perché profondamente modesto.

Essere cantautore per me significa avere una grande forma di libertà e autonomia, essere libero di poter scavalcare i generi, poter giocare con musica e parole per creare una dimensione parallela dove sentirsi a proprio agio.

 

Nella vita di Nicola è presente anche il viaggio, un modo per confrontarsi, contaminarsi, perdersi e imparare a conoscersi meglio.

A prescindere dalla musica, ogni persona dovrebbe provare a viaggiare per confrontarsi con altre culture e uscire dagli schemi sociali del proprio paese, personalmente i miei viaggi hanno avuto un carattere esistenziale.

Viaggiare non è fondamentale per comporre, ma è utile per accrescere la propria creatività.

A livello musicale, anche se non proprio necessario, viaggiare è  importante perché  ti porta a contatto con tante forme artistiche: non importa se non avrai una contaminazione a livello di stile, tutto ciò che hai visto e sentito entrerà nell’atto creativo.

 

La libertà è un concetto bellissimo e sentirsi liberi e agire seguendo il proprio istinto è fondamentale per riuscire a realizzare se stessi e i propri sogni. Per Dainocova questi sono elementi imprescindibili. Spesso si ritrova a dare qualche consiglio a qualche giovane ragazzo che desidera fare musica, ma per riuscire a regalare i giusti consigli ha sempre bisogno di scavare nella propria personalità.

Certo non è che tutti per forza dobbiamo fare musica, ma se un ragazzo è interessato a farla e mi chiede un consiglio prima di tutto cerco di capire che tipo di personalità musicale possiede, successivamente consiglio di individuare uno strumento e di investire sulla sua qualità.Il mio secondo consiglio è studia musica ma principalmente ascoltane, cerca di assorbirla e sperimenta.

Che consiglio darebbe Dainocova a sé stesso da giovane? La domanda è complessa, la risposta non così scontata.

Diamine che domanda! Non so se riuscirei a sopportare un’emozione simile: da una parte forse non direi niente e mi godrei lo spettacolo, dall’altra di sicuro lo spronerei sulle incertezze, gli direi di essere più ordinato e gli consiglierei di essere meno dispersivo e più assiduo.

Se non l’avete ancora fatto vi consigliamo di andare ad ascoltare l’ultimo disco di Daino e non lasciatevi sfuggire l’Ep Oggi che giorno è.

Recentemente ho pubblicato un Ep intitolato Oggi che giorno è, comprende i brani esclusi da Fuga da scuola. Lo abbiamo registrato in diretta in due giorni mentre Fuga da scuo ha avuto una gestazione di tre anni, non è stato un disco facile.

Daino è completamente assorbito dalla musica e gli impegni numerosi: oltre ai concerti, tanti progetti in fase di gestazione.

Quest’anno è stato bello pieno, ho pubblicato un EP che mi ha permesso finalmente di avere un trio stabile con cui esibirmi dal vivo, ho pubblicato su cassetta i Sushicorner, ho allestito uno studio di stampa su nastro e con Moka Produzione voglio continuare a pubblicare altri artisti, ho iniziato un progetto sperimentale chiamato Pesciolini.

Nicola continua anche a collaborare con i Diverting Duo: nasceranno nuovi brani e tante nuove emozioni.

Sto accompagnando alle percussioni i Diverting Duo per un tributo a Ian Curtis a La Cueva di Quartucciu: dopo la data dello scorso 18 maggio, se tutto va bene faremo qualche altra data.

Ho un po’ di nuovi brani e ho allestito un altro studio dove sto iniziando a buttare giù delle demo.

Nella vita di un’artista ci sono dei momenti fondamentali che cambiano la visione di tutto: le emozioni che hanno cambiato la prospettiva di Dainocova sono legate ai suoi genitori.

Le emozioni più forti sono due: la prima quando mio padre mi portò a vedere Vasco nel ’91, ero un ragazzino e non sapevo di cosa si trattasse, non sapevo che sarei stato mozzato a metà da un’asciata di decibel e investito da un’onda di parole e musica, non lo dimenticherò mai. La seconda quando ho visto spuntare gli occhi di mia madre tra il pubblico per la prima volta ad un mio concerto, in quel momento eseguivo un “Continuo girare”, un brano che rievoca un suo momento difficile, mi perdette per qualche ora a Venezia.

Ci basta parlare con Dainocova per sentire l’energia della creatività, ma l’artista è un essere umano e spesso, come tutti noi, vorrebbe lasciarsi andare e arrendersi: per fortuna, l’amore per la musica lo porta ogni volta a ricominciare.

Ho pensato di lasciare, diamine ci penso ogni due giorni, i problemi rimangono tanti, questioni logistiche, la situazione dei locali sempre più in crisi perché il pubblico numeroso e giovane segue altri fenomeni musicali, le spese, la superficialità di molti ascoltatori, momenti di insoddisfazione personale, però so bene che continuerò finché avrò energie e ispirazione.

Un elemento essenziale dell’arte è il rischio, l’altro è la sperimentazione. Dainocova è riuscito in questi anni a trasmetterci la sua passione, la sua grinta e l’amore per la creatività, ma soprattutto è riuscito a trasmetterci un messaggio: non abbiate paura di esprimere voi stessi e la vostra personalità, non temiate di essere giudicati, ma preoccupatevi solo di non perdere mai la vostra autenticità e fantasia.

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