I sogni e la fantasia appartengono agli uomini, fin da bambini: mentre cresciamo immaginiamo di poter diventare astronauti, calciatori, scrittori, registi. Molti di noi raggiunta l’età adulta smettono di sognare e mettono tutti questi desideri dentro un cassetto che non apriranno più; altri, fortunatamente, cercano di realizzarli con tenacia e passione. In questa categoria rientra sicuramente Davide Cadelano, cantautore oristanese che, da sempre, cerca di vivere di musica nella nostra bella Sardegna.

 

Davide ama la musica e la sua terra: parlare con lui infonde serenità, perché è riuscito con pazienza e tenacia a realizzarsi,  cambiando il modo di porsi verso i suoi desideri è stato capace di “scendere dalle nuvole” e di portare la sua creatività alle persone. Lui stesso ci racconta com’è cambiata la sua vita nel corso degli anni della crescita.

Sono un sognatore, lo sono sempre stato. Prima in un modo, credo infantile, con la testa sempre tra le nuvole, con la convinzione che i sogni rimanessero tali, che il mio sognare fosse solo la scusa per rimandare ogni mia decisione. Ora credo che i miei sogni siano quanto di più concreto abbia. Loro non sono cambiati, è cambiato il mio modo di vedere le cose. Mi faccio guidare, io ci metto tutta la forza, la speranza, la pazienza e la perseveranza che ho, ed è quello che serve per provare a raggiungere i sogni.

Davide non ha scelto di fare musica, semplicemente è la musica che ha scelto lui.

A volte si ha la sensazione di non aver scelto ciò che si fa, ma di essere stati scelti. Dedicarmi alla musica è una necessità vitale, quindi è stato abbastanza naturale farlo.

Un musicista deve essere un po’ zingaro, errare per portare la sua musica nel mondo: Davide conosce bene i limiti della sua terra, ma in essa ha trovato il suo rifugio e la sua ispirazione. Ecco perché non l’ha mai abbandonata.

Se avessi lasciato la Sardegna, penso che sarebbero potute succedere tante cose, ma è inutile pensarci, ora sono qui e la Sardegna è il mio rifugio, il mio punto di partenza. Parlare di confini oggi è ridicolo, mi sposto dall’isola per confrontarmi, vedere produttori, editori, partecipare a concorsi, non vedo i limiti dati dal vivere in questa splendida isola.

Il mese prossimo sarò a Roma, grazie ad un amico musicista potrò farmi una chiacchierata con un famoso produttore romano. Quindi insomma, l’importante e non farsi scappare le occasioni che arrivano. Sono comunque felice di vivere qui per ora, con tutte le sue contraddizioni è una terra stupenda.

Essere un musicista comporta sacrifici e anni di studio, lo sa bene Davide che anche oggi va a lezione da professionisti del mestiere.

Ho cominciato a studiare a 17 anni, quando ho sentito l’esigenza di capire meglio la musica: ho iniziato prendendo lezioni di canto e pianoforte, ma devo ammettere che non sono un grande pianista. Tuttora quando mi capita vado a lezione, in questi ultimi anni mi sono formato con un grandissimo cantante/artista, Beppe Dettori (ex Tazenda), che è diventato anche un caro amico. Prendo anche lezioni di chitarra, bisogna essere coscienti del fatto che non si smette mai di imparare.

Nella vita degli artisti non mancano mai gli aneddoti e a noi di Sardegna Creativa piace tantissimo raccontarveli.
Davide suona da vent’anni e quindi ha tanto da condividere con noi.

Ho tanto da raccontare, perché ho cominciato a suonare in giro più di vent’anni fa. Una volta dovevo aprire il concerto di Diego Mancino, un cantautore-autore milanese; mi presentai li qualche ora prima del concerto per fare il soundcheck e portai con me la mia attrezzatura. Lui vedendomi pensò che fossi un ragazzo del service e mi fece posizionare tutto sul palco, ovviamente io non disse niente per smentire la sua convinzione. Quando iniziai il soundcheck e si rese conto dell’errore entrambi scoppiamo a ridere.

“In ogni mia canzone è presente la speranza”

Quella di Davide è un arte matura, fatta di storie, di speranza: tutti possiamo riconoscerci nei suoi testi.

Racconto me, ma anche delle altre persone, parlo delle lotte degli uomini e delle donne, racconto la forza delle persone che dopo una caduta sanno come rialzarsi. In ogni mia canzone, anche la più malinconica è presente la speranza.

Vent’anni di carriera portano con sé un bagaglio di esperienze uniche e indimenticabili, anche se le emozioni più forti son sempre legate alla Sardegna.

Ho avuto la fortuna di avere molte esperienze belle ed importanti, l’apertura di tanti concerti di artisti affermati, ho conosciuto produttori ed editori, collaborato con musicisti che solo qualche anno prima non avrei mai pensato nemmeno di riuscire a conoscere, eppure l’esperienza più forte che ho provato è stata presentare il mio primo lavoro discografico al teatro Garau di Oristano, la mia città. Mi sono esibito con la band dei Dipensieri.

Oristano è una città amata profondamente da Davide, che a sua volta riceve tantissimo affetto.

A Oristano sono conosciuto, ma è solo perché ho iniziato a suonare in giro per le piazze ed i locali della città quando ero solo un ragazzino.

Abbiamo chiesto a Davide qual è il suo lavoro migliore e ci ha risposto che è ancora in fase di gestazione: il suo prossimo disco.

Si tratta del mio primo disco da solista. Non so bene quando vedrà la luce, dipende da tante cose, ma è stato già completamente registrato, vi hanno partecipato diversi artisti.

Una partecipazione importante è quella di Beppe Dettori, insegnante, amico e grande professionista.

Nel singolo che si intitola Dimmi è presente Beppe Dettori. Per me è sempre stato un punto di riferimento, quando gli ho parlato del mio desiderio di averlo nel brano si è mostrato entusiasta. Abbiamo registrato il pezzo a Cabras, negli studi di Andrea Cutri.

Presto uscirà il nuovo disco e noi non vediamo l’ora di poterlo ascoltare: siamo certi che Davide continuerà a inseguire i suoi sogni, uno tra tutti quello di raggiungere più persone possibili con la sua musica, uno scopo che rende la vita degna di essere vissuta.