Quando immergersi in una sola arte non basta, può insinuarsi il bisogno di scoprire altre vie per esprimere pienamente tutto il proprio talento. Questo è il caso di Federico Branca, in arte Frederick Byron, un camaleontico talento made in Sardinia sempre alla ricerca di nuove strade artistiche. Anche il nome è nato da un lavoro di ricerca:

Frederick Byron è semplicemente la trasposizione del mio nome in inglese, mi piace come suonano le parole in questa lingua. Negli anni ’90 ero un writer, dipingevo sui muri: in quel periodo mi accorsi che Byron mi piaceva proprio per come è scritto. Ancora oggi ho una passione per la scrittura e mi piacerebbe dedicare più tempo allo studio della calligrafia.

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Federico incontra l’arte grazie all’hip hop e scopre di non poterne più fare a meno: comincia così un periodo di sperimentazione che lo porterà al Conservatorio di Cagliari.

Ho iniziato negli anni ’90 con i graffiti, l’aerosol art e con tutto ciò che gira nella cultura hip hop.
È stato proprio l’hip hop a farmi scoprire l’arte, quella di strada intendo, non quella “classica”. Alla fine degli anni ’90, oltre a dipingere, ho iniziato a comporre basi strumentali. Contemporaneamente facevo i primi esperimenti con un pc dotato di scheda audio Creative, una tastiera midi e il primissimo Cubasis. I video e la fotografia sono arrivati più tardi, quando ho iniziato il mio periodo di formazione al Conservatorio.

Durante gli anni del conservatorio Federico si immerge in nuove e stimolanti avanguardie musicali, interessandosi alle correnti artistiche degli anni ’50 e esplorando orizzonti espressivi:

Ho studiato “Musica e Nuove tecnologie”e sono stati tre anni molto belli, sia dal punto di vista formativo che da quello umano. Ho avuto la fortuna di studiare con docenti molto preparati con cui ho instaurato un rapporto d’amicizia e di stima reciproca.

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Cominciano così le prime, importanti collaborazioni:

Con alcuni colleghi, poi diventati amici, ho dato vita a due progetti di musica elettronica sperimentale, fra cui FM.Project e PooLooP, che abbiamo presentato in vari festival di Musica Contemporanea: Music in Touch, SpazioMusica, Contemporary, Multiversal, Polline.

Alla fine dei suoi studi svolta verso una nuova espressione artistica:

Per la tesi di laurea ho realizzato il videoclip di un mio pezzo di musica elettronica contemporanea: non avendo ancora i mezzi professionali, mi sono arrangiato con un iPad registrando delle piccole clip tratte da film che mi hanno particolarmente segnato.

Uno dei progetti più noti e importanti di Federico è i SaBolgia, una formazione a tre:

Nel 2005 ho formato la band SaBolgia con due miei amici di lunga data: io usavo un campionatore e suonavo i synth, Elmann il basso e MaryLunaz cantava. Ci piaceva l’elettronica più soft e ricercata, nonché le colonne sonore dei film italiani anni ’60-’70. Nel 2008 abbiamo prodotto in casa un primissimo Demo EP, The Human Blaster, con tutti i limiti derivanti dall’uso di attrezzatura non professionale. Le otto tracce sono uscite per la Netlabel Toscana Pitjamajusto.

Nel 2008, dopo l’uscita dell’Ep e lo scioglimento del gruppo, Frederick si reinventa ancora e i SaBolgia rinascono dalle loro ceneri:

L’uscita dell’Ep ha segnato la fine della formazione a tre: Elmann e Mary si sono trasferiti in altre città e io ho dovuto reinventare il modo di produrre e di fare musica. Sono stato un paio di anni in stand-by, poi piano piano ho ripreso a collaborare con MaryLunaz e a produrre. Nel 2013 ho prodotto un mini EP di 4 tracce, Very Spiritual, uscito per la Netlabel Romana Ephedrina.

La rinascita si completa con i lavori successivi:

Con l’ etichetta romana ho instaurato uno stretto rapporto di collaborazione, partecipando a varie release con produzioni di tracce singole. Alla fine del 2015 è uscito l’ultimo lavoro dei SaBolgia, in collaborazione con il musicista e dj cagliaritano Sdenny Boy, per la label bolognese Ariam Records. Opposite Directions è un mini EP  che rappresenta al meglio il suono SaBolgia del futuro: hip hop sperimentale dalle sonorità cupe e cinematografiche.

L’affascinante incontro con lo Yeti

Di recente Federico ha collaborato con Was, un altro artista isolano, e dalla loro intesa è nato Yeh.Teh, lavoro caratterizzato da un sound nordico che trae ispirazione dai poetici paesaggi himalayani:

Con Was ci conosciamo da parecchi anni, ma solo da pochissimo abbiamo iniziato a collaborare. Si è fatto avanti lui, chiedendomi qualche loop o beat: all’epoca voleva provare a suonarci e a cantarci sopra. Gli ho passato un paio di bozze che lui ha trasformato in breve tempo in tracce finite.
Da lì abbiamo capito che la nostra collaborazione poteva portare a qualcosa di interessante. Ci piaceva il sound nordico e malinconico, eravamo affascinati dai paesaggi dell’ Himalaya e a me piaceva l’idea dello yeti: ho fatto delle ricerche ed è ho scoperto che nella lingua delle popolazioni himalayane lo yeti si chiama Yeh-Teh. Abbiamo sostituito la barretta con un punto e abbiamo trovato il nome. Per ora abbiamo messo online due tracce in free download e stiamo lavorando anche a un videoclip, vedremo il futuro cosa porterà.

Indimenticabile la collaborazione con gli Slim Fit:

Sono stato contattato dal cantante Daniele Garzia, che aveva apprezzato particolarmente il videoclip della canzone Man in a Spaceship, chiedendomi di realizzare il video per un loro pezzo. Così è nato il videoclip di Sei stanca.

Il futuro di Byron sembra essere incentrato su video e fotografia. Sono tanti i progetti che stanno appassionando l’artista sardo:

Adesso sono totalmente preso dai video e dalla fotografia, ho parecchie collaborazioni in corso che porteranno alla realizzazione di nuovi videoclip.
Una di queste è con i ragazzi del Bar Florio (locale cagliaritano in piazza San Domenico N.d.A.), per i quali ho già realizzato un cortometraggio finalizzato a promuovere le loro colazioni. A breve uscirà un’altra collaborazione a cui tengo con Claire M Dot, una giovane stilista del capoluogo.

Essere eclettici è possibile e Frederick lo dimostra pienamente. Un artista che ci guida in un viaggio fatto di immagini e video, trascinati da un inconfondibile sound.

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Si ringraziano Mauro Medda (Performance) e Fiorella Sanna (reflex) per le foto.