Sara Elena Meloni, in arte Sem, ha cominciato ad accarezzare l’idea di fare arte alle elementari, quando tra fumetti e cartoni animati la fantasia si librava leggera sopra i primi disegni.

Già in seconda elementare ho deciso di iscrivermi all’artistico, e le maestre mi hanno appoggiato. Alle medie anche il professore di Artistica mi ha consigliato il liceo artistico: non facevo altro che disegnare. I fumetti sono stati fondamentali, guardavo i cartoni animati e copiavo i disegni altrui: a furia di copiare sono riuscita ad educare la mente. In seconda media mi prestavano i manga di Dragon Ball: li ho consumati, Akira Toryhama mi ha ispirato.

Finite le medie, per Sem arriva il momento di iscriversi al tanto agognato liceo artistico: ma non tutto va come dovrebbe.

Al liceo ho vissuto momenti positivi e negativi. Frequentavo i compagni con le mie stesse passioni, ma ho avuto professori che non hanno dato il massimo e hanno pure affossato alcuni studenti. C’è stata però una professoressa che mi ha indirizzato verso la grafica: quando è andata in maternità, ha lasciato un vuoto. Devo dire che anche altri professori mi hanno appoggiato.

Sem non si perde d’animo e decide di fare il grande passo: trasferirsi in Piemonte per continuare gli studi. Qualcosa, però, la frena: l’amore per la propria terra.

Finito il liceo avrei dovuto studiare all’Accademia Albertina di Belle Arti: sono andata a Torino, ma non mi sono iscritti per vari problemi. L’anno dopo mi sono iscritta, ma sono ritirata prima di frequentare: sentivo troppo il legame con la Sardegna.

Il direttore dell’Accademia Albertina fa il possibile per permettere a Sem di iscriversi all’Accademia Sironi di Sassari. Intanto, Sara trascorre due anni sabbatici, fondamentali per la sua crescita.

In quei due anni ho sperimentato in tutta libertà, senza vincoli, e approfondito la ritrattistica grazie al web.
Frequentavo il sito di Luca Tedde: guardando i suoi lavori e ascoltando i suoi consigli ho imparato tanto, nonostante lui sia un autodidatta. Non sapevo neppure che fosse cagliaritano.
Ho imparato anche a disegnare in digitale, ho sperimentato con la pittura, con l’inchiostro, con lo speedpainting: eravamo pochi a farlo in Italia e su Youtube il mio profilo ha avuto un boom. Sky Uno mi contattò per inserire uno dei miei speedpainting (una donna incinta di profilo) in uno speciale dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia.
Nel 2009 ho fatto anche la prima mostra, una collettiva a Capoterra.

Trascorsi i due anni, Sem va a Sassari e vive momenti complicati:

Il trasferimento a Sassari è stato un trauma.
Andare a vivere lontano da casa, in affitto con altre studentesse, è stato difficile, ho passato più tempo a Selargius che a Sassari, ma più avanti ho incontrato altri compagni di corso che mi hanno spinto a non abbandondare gli studi.

A Sem manca la libertà di potersi esprimere, di esercitarsi in laboratorio, si sente un po’ persa fra le mille materie da seguire. La tesi, però, le consente di dar sfogo alla propria vena creativa:

Ho frequentato il corso di pittura e non quello di decorazione, ma facevo tutt’altro: le materie erano tante, il tempo era poco, seguire il laboratorio di pittura non era facile, lo frequentavo meno di quanto avrei voluto. Non facevo ritratti perché i professori erano più sul concettuale, che a me piace anche se quando dipingo non amo distaccarmi troppo dalla realtà. Mi sentivo un po’ in gabbia.
Per la tesi sono riuscita ad  accontentare sia i professori che me stessa: ho fatto una tesi sull’autoritratto. Mi sono laureata prima dei tre anni, ho fatto l’accademia di corsa.

Conclusi gli studi, Sem può finalmente dedicarsi a fare arte in tutta libertà.

Dopo la laurea ho ricominciato con la ritrattistica, ma con più realismo, e ho iniziato ad esporre: in Piazza del Carmine ho partecipato a mostra che è stata un trampolino di lancio, con altri pittori e scultori. Ora faccio ritratti, fumetti e caricature per eventi e matrimoni: sono caricature spesso legate allo stile dei fumetti perché non tutti amano la caricatura tradizionale. In accademia ho fatto anche un esame di animazione con lo stop motion, un’altra mia passione: ho fatto un piccolo esame, ho creato dei personaggi col pongo.

Sem- Rita LeviMontalcini

 Amare, insegnare, mostrare l’arte

Il talento porta in dono a Sem le prime, grandi soddisfazioni:

L’anno scorso ho partecipato al premio Arte Mondadori/Cairo e sono entrata nei 40 finalisti. A novembre sono stata a Milano e ho partecipato alla mostra di Palazzo Reale a Milano. Dai miei lavori di solito si vede che adoro la matita, ma in quel sono stata selezionata con un lavoro a penna, anche grazie all’ influenza di artisti locali che mi stanno supportando.

Oltre che dipingere e disegnare, Sem ha scoperto la bellezza di trasmettere il proprio sapere agli altri.

Alla biblioteca di Selargius ho tenuto un corso di ritratto a matita. Insegnare mi piace tanto, scoprire piccoli talenti è davvero piacevole, poi escono anche dei bei lavori: delle signore oltre i quarant’anni non prendevano sonno pensando agli esercizi o alla mostra finale, mi piace stimolare la passione nelle persone.

Sono tanti gli artisti che ispirano o hanno ispirato Sem:

Durante il mio “periodo pittorico” ero affascinata da Dali, tant’è he ho dedicato al surrealismo la tesi della quinta liceo: la sua influenza si sta rifacendo sentire in questo periodo. Sono rimasto colpita dai lavori di Escher quando ho visto la mostra delle sue opere a Milano. Mi piace anche Caravaggio,
E poi fumetti, cartoni animati, manga e anime: Diabolik, Arale, Dragon Ball, Inuyasha.

Per Sem è facile definire cosa rappresenti l’arte per lei: quello di cui non si capacita è come possano alcune persone starne alla larga, quasi la temano.

Crescendo ho imparato che l’arte è una sorta di psicologo, è un modo per sentirsi bene: nei momenti bui mi aiuta sempre. La tecnica che uso cambia in base all’umore: per esempio, uso la pittura quando non sto bene.
L’arte fa volare la mente: come fanno le persone a vivere senza? Quando sento i bambini dire “non mi piace disegnare”, mi preoccupo. Ma anche gli adulti che si chiudono all’arte, alle diverse forme dell’arte figurativa, mi lasciano stranita. Vedere l’indifferenza degli adulti mi ferisce, quando i bambini si avvicinavano ai quadri spesso i genitori li spingono via. L’arte, a volte, fa paura.

Sem-Freddie-Mercury

Sem non è del tutto soddisfatta di come la sua città accolga le iniziative legate all’arte figurativa.

Per noi artisti figurativi è difficile fare mostre o qualcosa di diverso dal solito.
Anche gli amici con le associazioni artistiche faticano a fare mostre, i piccoli paesi forse tramite le Pro loco aiutano, ma a Cagliari è complicato. Non so spiegare perché, io mi trovo bene sul web perché mi aiuta a mtteremi in contatto con gli altri, a cui faccio vedere i work in progress. In città, e mi dispiace dirlo, non mi sembra ci sia tutto questo entusiasmo.
La prima edizione di Rirtrate, organizzata da Espressioni Visive, mi aveva dato speranza, ma le edizioni successive no. Si cerca spesso di avvicinare l’arte figurativa ad altre esperienze per cercare di valorizzarla e fare interagire le persone, ma io dico che è difficile: se c’è molta risposta dai social, poi questa risposta non si concretizza nella realtà.

Sem è un artista talentuosa e appassionata che fa dell’arte il motore della sua vita. Siamo certi che chiunque si avvicini alle opere sentirà nascere dentro di sé il guizzo della passione: l’importante è darle una possibilità.

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