Risata contagiosa, voce forte e profonda e simpatia dirompente: ecco alcune delle caratteristiche di un’artista poliedrica, Silvia Follesa.

Chi è Silvia Follesa? Sicuramente una persona in divenire. Per adesso è una ragazza di 33 anni, nata a Cagliari, che si è avvicinata alla musica quando era bambina entrando a far parte di un coro.

Silvia ha sempre amato cantare, ispirata dalla voce della madre e dalle arie tanto amate dal padre. All’età di sette anni entra a far parte di un coro di bambini tenuto da un’insegnante del Conservatorio, che sarà per lei importante nel cammino nel mondo della musica.

Volevo studiare alle medie al conservatorio, ma i miei non mi poterono mandare. È arrivata una botta nella mia testa, credo che psicologicamente mi abbia destabilizzato perché la mia insegnante credeva molto in me. È andata un po’ affievolendosi la convinzione che quello potesse essere il mio lavoro, la mia vita. Abbandonai il coro alle medie, poi frequentai la Scuola Civica di Cagliari, sempre nel canto corale. È una delle dimensioni che io amo maggiormente del canto essendo poco egocentrica, anche se non si direbbe visto che canto e recito davanti alle persone. Rimasi fino ai 18 anni, poi smisi completamente di dedicarmi alla mia voce o qualsiasi altro tipo di espressione artistica a causa di un evento importante nella mia vita.

Ma anche se la vita spesso non regala note piacevoli, Silvia ha avuto la fortuna di essere supportata da amici veri, che non avrebbero mai permesso ad un talento simile di poter abbandonare l’arte senza lottare.

Una menzione speciale va ad un mio caro amico, Andrea Pes. Durante una serata tra amici si arrabbiò talmente tanto per il mio rifiuto a ricominciare che mi diede un morso. Paradossalmente, vista la persona dolce che è, questo deve avermi scosso, tant’è che dopo gli dissi che avrei ripreso a cantare, ed è così che iniziò un percorso importantissimo per me: quello alla compagnia teatrale Elliot.

All’interno della compagnia, inizialmente,Silvia vuole fare solo cori: nessuno la smuove, nonostante la voce splendida e le sue capacità interpretative maturate negli anni grazie ad una comicità istintiva e a esperienze scolastiche importanti. Ma non basta: sotto la guida degli insegnanti di recitazione della Elliot, Juri Orrù ed Emanuele Diana cresce ancora. Inoltre, segue un corso di Makenes teatro con Juri Piero Murenu

Il direttivo della compagnia ha buon occhio e pretende che Silvia interpreti una delle protagoniste del musical, Penny, portato in scena per la prima volta nel 2014: Fat is beautiful.

La Elliot mi ha dato un po’ più di consapevolezza, perché vedere tante persone che credono in te, nelle tue capacità, e ti spingono a fare quello che sai fare prima che tu ne sia consapevole è stato un regalo immenso.

Silvia convive con Penny e viceversa. Interpretare questa giovane donna un po’ impacciata, che mostra poi a tutti quanta forza possiede, riesce a motivare anche la nostra artista.

L’evoluzione di Silvia

Forte della crescita artistica e interiore, Silvia riceve una proposta speciale da amici cari, il gruppo Sanchez, e come dire di no all’idea di indossare baffoni simpatici e panciuti?

Il percorso da cantante solista in un progetto originale è un’esperienza completamente differente, in cui non sei qualcun altro ma te stessa, devi veicolare quelle che sono le tue sensazioni, anche nella scrittura dei pezzi.  È un’esperienza che mi ha dato grandi soddisfazioni ed è in divenire. Soltanto il fatto di riuscire a fare qualcosa di tuo, di produrre autonomamente un disco che poi riesci a rappresentare in tanti contesti ed essere anche apprezzati è molto gratificante.

I Sanchez diventano così una grande esperienza artistica, che dà voce ad uno stile musicale con pochi esponenti isolani. Ma Silvia è un’artista poliedricada qualche mese, è entrata a far parte di un coro vocale dai sapori vintage, The Longuettes.

The Longuettes arrivano grazie ai Sanchez. Succede che Andrea Schirru e Michela Mura, membri delle Longuettes, vengono a sentire un concerto dei Sanchez. A quanto pare apprezzano particolarmente la mia voce e visto che Elena Schirru doveva momentaneamente abbandonare il gruppo, mi chiedono di sostituirla. Ho sempre amato la musica corale, poter cantare tutti insieme appassionatamente. Il fatto che le Longuettes si pettinino e si vestano a tema mi dà modo di tornare in una dimensione attoriale. Abbiamo fatto alcuni concerti al Jazzino, il prossimo sarà proprio il 20 dicembre!

Cantante corista, cantante solista, Penny. Manca ancora un’importante esperienza della vita artistica di Silvia: interpretare Gaia nella web serie Connessi.

Non c’è niente di più lontano da Silvia che i prototipi dei personaggi di Connessi. Per me avvicinarmi a queste realtà è stata scoprire un sacco di cose nuove. Daniela Serpi l’ho conosciuta attraverso la compagnia, è una bravissima cantante attrice ballerina, nonché una fotografa straordinaria che ha deciso di cimentarsi in questo lavoro nuovo con la sceneggiatura di Enrico Serpi, suo carissimo e simpaticissimo fratellino. Ho deciso di accettare questo personaggio perché era davvero molto divertente: una fondamentalista vegana, fuori di testa, un po’ fricchettona e un po’ spirituale.

La dimensione della recitazione con la telecamera a un palmo di naso è stata stranissima per Silvia che, abituata a portare la voce nelle rappresentazioni a teatro, ha provato a far diventare sordo il fonico del progetto.

La cosa divertente è che puoi sbagliare. Certo, non deve essere una consuetudine ma si può sbagliare e ci si diverte tantissimo a vedere i montaggi degli errori. Ogni tanto mi viene in mente qualche scenetta andata veramente malissimo e vado a rivederla su Youtube. Credo che specialmente vegan power girl sia rimasta nei cuori di tutti, compreso il mio; avere i superpoteri da donna bionica è stato bellissimo.

Silvia ama ciò che fa, ma pensa che l’isolamento della Sardegna talvolta chiuda le ali a possibili progetti oltremare.

In Sardegna c’è una quantità di talento altissima, forse anche l’insularità ha portato ad esprimerci in maniera forte e passionale nell’arte in genere. Il circuito artistico isolano è molto piccolo e c’è pochissima possibilità di spostarsi nel territorio nazionale per gli alti costi che comporta. Ci dovrebbero essere più aiuti economici che permettano ai talenti di promuoversi all’interno del territorio nazionale e non.

Una vita in divenire, quella di Silvia Follesa, che continuerà a evolversi attraverso il canto e la recitazione, aprendoci le porte di ciò che lei chiama casa.

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Foto di Manuela Biondo, Paolo Susnik, Massimo Congiu e Chiara Bernardini.

Video di Daniela Serpi.