Musicista per caso o per destino? Eleonora Congiu, giovane musicista di Cagliari, ha iniziato il suo viaggio nella musica grazie a un’arpa in comodato d’uso e una passione improvvisa nata durante l’estate tra la quinta elementare e la prima media.

Sono diventata una musicista un po’ per caso, perché fino alla fine della quinta elementare non volevo assolutamente fare musica. Poi durante l’estate mi è saltato qualcosa in testa e ho deciso di cominciare: avevo un’arpa a casa perché mia sorella aveva deciso di studiare questo strumento.
Quando ho deciso di fare l’esame per l’ammissione al conservatorio, però, ho tentato di essere ammessa prima alla classe di violino, poi di flauto e solo come ultima scelta a quella di arpa.
In casa nessuno è un musicista.

Eleonora comincia dunque a suonare l’arpa, non perché affascinata dallo strumento, ma perché era quello presente in casa.

Ho iniziato a 11 anni con il conservatorio e le medie a indirizzo musicale: ho deciso di suonare l’arpa anche perché l’avevamo in casa, so che è poco poetico ma è così! L’arpa ha questa aura quasi poetica, questo immaginario se vogliamo “etereo”, ma per me è stato quasi un caso cominciare con uno strumento così anomalo.

Dopo le medie, Eleonora ha la tentazione di abbandonare la carriera musicale. Poi un evento che la riporta sui suoi passi.

Molti miei compagni hanno abbandonato la musica prima di iniziare le superiori, alle medie a indirizzo musicale lo studio viene agevolato. Anch’io ho avuto un momento di ripensamento, poi però sono andata a sentire delle prove d’orchestra al conservatorio con il fidanzato di mia sorella del tempo e ho avuto come un’illuminazione.

Eleonora Congiu con arpa

Eleonora continua a studiare al Conservatorio di Cagliari fino al diploma, ma certe inquietudini continuano a lavorare sotto, così decide di iscriversi alla facoltà di Fisica. La musica, però, è una musa esigente, che lascia spazio a poco altro.

In Italia il mestiere di musicista viene ancora visto come un hobby, così col timore di non riuscire dopo le superiori mi sono iscritta a Fisica, ma non sono riuscita a conciliare le due cose; penso che sia una questione di concentrazione. Fare il musicista richiede molta dedizione: se non studi, cerchi concorsi e audizioni.

Eleonora durante il percorso ha la fortuna di incontrare una brava insegnante, una di quelle che stimolano e non inibiscono il talento: fra le due il rapporto è ancora stretto.

Se devo fare un nome, faccio il nome della mia insegnante, Annamaria Melis, che ancora adesso vado a trovare spesso. Sono stata fortunata, così come molti miei amici che si sono trovati bene con i rispettivi insegnanti.

Nove anni di arpa, nove anni di vita

Ottenuto il diploma al conservatorio, la nostra musicista vive un altro momento di crisi: continuare o no con la musica? Eleonora sbanda un po’, ma poi si rende conto che buttare all’aria un risultato così importante sarebbe un errore. Non è ancora il momento di abbandonare l’arpa.

Con il diploma ti rendi conto davvero che hai concluso un periodo importante. Ho anche pensato: chiudo tutto e faccio solo Fisica, però poi ti soffermi un attimo e ti chiedi: “Ma davvero ti voglio sprecare nove anni così?”.
Ho avuto un momento di ripensamento: ho continuato a studiare l’arpa con un’altra docente, ho fatto qualche concerto, qualche evento e ho ripreso a studiare Fisica. Questo tira e molla è durato quasi due anni, ma mi accorgevo di non essere troppo concentrata nello studio. Ho cercato di accomodare le due cose, Fisica e arpa, però alla fine ho deciso di dare una chance all’arpa.

Eleonora Congiu concerto

Fare il musicista è tutt’altro che facile, ma Eleonora si butta a capofitto nelle audizioni, e proprio grazie a un’audizione particolarmente positiva riesce a entrare in un’importante orchestra italiana.

Ho tentato un paio di audizioni: alcune mi sono andate bene, come quella con l’Orchestra Giovanile Italiana di Fiesole, altre sono andate male, ma era importante capire come funzionava l’ambiente.

Suonare, suonare, suonare: per Eleonora comincia a tutti gli effetti la vita da musicista. In particolare, c’è un concerto che le è rimasto nel cuore, il primo con l’Orchestra Giovanile.

Ho avuto diverse opportunità di suonare, quest’anno e adesso dovrò fare un bel po’ di concerti con l’Orchestra Giovanile: ho conosciuto musicisti validissimi che mi hanno aiutato e alla fine c’è un lavoro in cui impari e imparano gli altri, è uno scambio. È sempre bello lavorare con bravi musicisti.
Il concerto di Fiesole, in cui abbiamo suonato il Settimino di Ravel, è stato uno dei più emozionanti della mia vita.

Suonare è importante, certo, ma anche studiare, perfezionarsi, approfondire: così Eleonora si iscrive al Conservatorio di Brescia per seguire un’insegnante, Anna Loro. L’ambiente del conservatorio, poi, si rivela molto stimolante.

Studio a Brescia, seguo una sorta di corso di perfezionamento con un’insegnante con cui avevo già seguito una masterclass: mi era piaciuta molto e ho deciso di andare a studiare da lei. Si chiama Anna Loro, le devo tanto, è grazie a lei se ho fatto un salto di qualità nell’approccio allo strumento e alla musica.
All’interno di un laboratorio del conservatorio è nato poi un ensemble, lo Scisma, creato grazie all’iniziativa di due professori. In un modo nell’altro ci sono finita dentro: suoniamo repertorio del ‘900 e contemporaneo, anche musica atonale, che a volte fatico a capire anch’io. Siamo un bel gruppo, speriamo bene!

Ma dunque, fare il musicista in Sardegna è così complicato? Eleonora non ha dubbi: i problemi ci sono, e non riguardano solo la difficoltà negli spostamenti. È anche una questione culturale, di approccio alla musica, ma uno spiraglio di luce si intravede.

Essere musicista a Milano ed esserlo in Sardegna è diverso: certo, se uno vuole si crea, però se pensiamo agli spostamenti, ad esempio, la cosa diventa più complicata. Se voglio andare a Venezia da Milano perché so che c’è un insegnate che mi vuol far crescere, mi bastano due ore di treno: dalla Sardegna diventa una specie di esodo.
Non so, mi sembra che da altre parti ci sia più cultura musicale, c’è più l’abitudine di andare a vedere il concerto di musica classica, mentre qua mi sembra che tutti abbiano l’idea del musicista come hobby, cosa che sta cambiando, fortunatamente.

Eleonora Congiu 2

Sul suo futuro, Eleonora ha le idee chiare: entrare in pianta stabile in un’orchestra. Se per riuscire a raggiungere i suoi obiettivi sarà costretta ad andare all’estero, lo farà: le opportunità vanno colte.

Insegno alla scuola una scuola civica a Quartu, ma sto viaggiando molto, ogni settimana vado a Brescia per studio e non solo. Vorrei fare l’orchestrale, il mio scopo ultimo è quello. In Sardegna ci sono il teatro di Cagliari lirico e il teatro di Sassari. Altrove avrei più possibilità, come in Lombardia, per non parlare della Germania, dove ci sono 70 orchestre stabili. La vita in Sardegna è l’ideale, ma io devo cercare un’orchestra stabile.

D’altronde, chi suona in modo professionale, ma anche chi lo fa per diletto, sa che la musica crea dipendenza per le emozioni che dà: è una droga benefica a cui è difficili rinunciare, nonostante le lacrime che talvolta ti fa versare.

Suonare è fatica, ma è anche un brivido: quando suoni in un concerto, ti rendi conto davvero che stai facendo qualcosa che ti piace. A volte mi viene anche la pelle d’oca mentre suono, in orchestra ti rendi conto che stai contribuendo a dare vita a un capolavoro, ti senti completamente avvolto da questa sensazione.
C’è il retro della medaglia: la fatica, lo studio continuo, le tendiniti. Però ne vale la pena, per quel brivido. Suonare significa lavorare molto su se stessi, andare oltre al lavoro meccanico di muovere le dita, ma analizzare il brano che sei suonando.

Il futuro, dunque, è tracciato: per Eleonora, la musica ha la priorità. Si tratta di studiare, perfezionarsi, fare audizioni e far volare le note dalla sua arpa fino alle orecchie giuste.

Voglio partecipare a più audizioni possibili. Se riesco, vorrei tentare di andare fuori Italia per farmi un’esperienza, pensavo a un master’s degree: mi sto informando, dovrò chiedere consigli alla mia insegnante di Brescia. In Europa ci sono davvero tante possibilità, quindi penso che farò questo passo.

Eleonora è una giovane arpista che lotta per i suoi sogni. Nonostante le difficoltà e le crisi, ha deciso che la musica farà parte della sua vita ed è disposta a votarsi alla sua musa. Noi di Sardegna Creativa non possiamo far altro che augurarle buona fortuna!