Viviamo sempre più connessi, la tecnologia è presente in ogni momento delle nostre giornate e ha cambiato radicalmente le nostre abitudini. Ci sono momenti, però, in cui è bello staccare la spina, tornare al qui ed ora, alle cose semplici e più concrete. È da uno di questi momenti che è nato Vimini, il primo album degli Slim Fit.

Quattro amici di Cagliari – Piero Marras (sintetizzatori), Daniele Garzia (voce e chitarra), Roberto Sechi (batteria) e Claudio Orefice (basso) – dopo aver suonato per anni nel garage di casa, nel 2010 provano a vincere la timidezza e a esibirsi in pubblico: nascono così gli Slim Fit. Il palco è il loro habitat naturale e i live vanno avanti in tutta l’isola per ben 5 anni. Fino ad oggi.

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Vimini, o della superstizione

È passato tanto tempo dalla prima nota insieme e, dopo due EP e 5 anni di concerti, gli Slim Fit sentono il bisogno di fare un disco vero. Sia per ragioni artistiche che umane, sentono il bisogno di crescere.

Siamo passati da scrivere canzoni in cameretta, a scriverle in salotto. 

Piero

In tutti i rapporti c’è un momento in cui la tensione prevale e si vorrebbe mandare tutto all’aria. Anche in una band. Specie se le personalità che la compongono sono molto forti e talvolta hanno visioni della musica differenti. Ci sono però anche situazioni capaci di ri-avvicinare, momenti di condivisione che fanno tornare alla mente perché ci si era presi. E ci sono persone capaci di tirare fuori il meglio.

Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con persone che ci hanno insegnato tante cose.

Piero

È il caso di Giuseppe Aledda e Fabio Demontis, gli attuali produttori della band. Sono stati proprio gli Slim Fit a farli incontrare: dovevano scegliere uno dei due ma non ci sono riusciti, così li hanno scelti entrambi.

Hanno reso quello che era un’accozzaglia di roba un prodotto vero.

Daniele

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A questo punto l’entusiasmo è alle stelle. La scrittura dei pezzi riavvicina i membri della band, che tornano a sentire dentro quel legame che li aveva uniti e accompagnati nei primi anni della loro avventura musicale. Per il loro primo disco vogliono un’esperienza memorabile. E, soprattutto, non vogliono registrare in uno studio.

A volte registrare negli studi è un po’ impersonale, sia per il musicista che per il produttore. In studio non riesci ad arricchire i rapporti umani.

Daniele

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La scelta degli SlimFit farà storcere il naso ai puristi: i ragazzi decidono di registrare l’album in una casa cantoniera nei pressi del Parco dei sette fratelli, vicino a Burcei. Una scelta singolare, non c’è dubbio, ma dalle motivazioni forti, ci dice Piero:

Lì non prendono i cellulari e non c’è Internet. Abbiamo riscoperto la vita offline. In genere mi sveglio e guardo Whatsapp, lì appena sveglio accendevo il fuoco. Musicalmente e umanamente questa esperienza ci ha dato molto, moltissimo.

 Piero

La vita off-line aiuta gli Slim Fit a guardarsi dentro e a scoprire le loro vere potenzialità, potenzialità che spesso, preda degli eventi quotidiani, avevano sottovalutato.

Questa esperienza mi ha fatto capire cosa mi piace davvero di quello che siamo.

Daniele

Potenzialità molto più creative che tecniche, spiegano, ma era importante capire che il loro valore era molto alto e per averlo capito devono tutto ai due produttori.

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Giuseppe Aledda e Fabio Demontis non sono state però le uniche figure ad accompagnare gli Slim Fit in questa avventura, e i ragazzi tengono a precisarlo. Ciò che riguarda “la costruzione estetica” del disco e della band, dalle grafiche ai video, è merito del collettivo Bedlam, quattro giovanissimi quanto talentuosi ragazzi che hanno documentato ogni momento dell’avventura all’interno della cantoniera. Il collettivo Bedlam entra per caso nelle vite degli Slim Fit: li incontrano durante le loro serate, prima ancora che nascessero come collettivo. E quando cominciano a lavorare insieme, esprimono il loro vero potenziale.

È una di quelle cose che fanno capire che tutto andrà bene.

Daniele

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Vimini uscirà questa primavera, ma gli Slim Fit hanno accettato di raccontarci qualcosa in anteprima: quando chiediamo loro di cosa parla il disco, la risposta è…

Superstizione. Parla di superstizione, nella maniera più ampia del termine.

Dentro i brani ci sono la debolezza umana, la religione, i fantasmi, gli spettri, le pratiche mistiche. I pezzi esprimono un costante senso di disillusione rispetto a queste cose.

Nel disco c’è la volontà di sottovalutare queste questioni nel far capire il peso che hanno per la gente, anche nelle questioni quotidiane. Sono fuori dal tempo.

Daniele

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La location ha aiutato i membri della band ad avere la giusta predisposizione d’animo per trattare le tematiche di Vimini.

Ha incupito il disco ma in una maniera speciale. Gli ha dato un umore caratteristico, notturno.

Daniele

La copertina del disco, realizzata dal collettivo Bedlam, è particolarmente amata dal gruppo, li ha “stregati”, rappresenta il giusto completamento dell’intera esperienza del disco. Non è dato sapere di più, non ci resta che attendere ansiosi l’uscita di Vimini, il primo disco degli Slim Fit.